La vicenda di Sam Altman ha dell’incredibile. Dopo quattro giorni dal suo licenziamento, peraltro senza preavviso, è tornato ad assumere il ruolo di CEO di OpenAI, la società di che ha lanciato ChatGPT. Come è potuto accadere tutto questo? Tra l’altro, per buona pace dei superstiziosi, il nuovo incarico è avvenuto proprio venerdì 17 novembre del 2023... Sam Altman è tornato in sella dell’azienda tecnologica di cui si parla di più nel mondo dopo le vibranti proteste di tanti investitori e dei circa 700 dipendenti dell’azienda. Perché Altman è davvero uno degli uomini più influenti della Silicon Valley, su questo non si discute. Dopo il suo rientro in azienda, il consiglio di amministrazione è cambiato non poco, ma ha comunque visto il rientro di uno dei migliori collaboratori di Altman, Brockman. E non è tutto: Altman continua a puntare tutto o quasi sull’innovazione. Pe i meno informati, OpenAi è una startup di ricerca sull’intelligenza artificiale (AI in inglese e IA in italiano). Fondata nel 2015, con il nuovo incarico di Altman ha rafforzato la partnership con la Microsoft. L’azienda di Bill Gates hai infatti investito miliardi di dollari in OpenAi. Altman è stato più volte paragonato a Steve Jobs, licenziato da Apple nel 1985 e di nuovo in sella nel 1997... solo che quattro giorni non sono 12 anni di Purgatorio. Concentriamoci però sulle innovazioni di OpenAI, che ha lanciato la prima versione di Gpt, il 30 novembre 2022, dando il via a una corsa all’IA, rivoluzione paragonabile a quella di internet. L’IA generativa, infatti, permette di produrre su richiesta testi, codici, immagini e suoni. Resta, per alcuni, una grande preoccupazione sopratutto per la possibile scomparsa di posti di lavoro e per le dichiarazioni di Altman a Davos. L'Intelligenza artificiale "è una tecnologia molto potente ma non sappiamo bene cosa possa succedere. Questo è vero per ogni rivoluzione tecnologica. E' facile immaginare che abbia un impatto massiccio sul mondo, che potenzialmente può andare molto male. L'idea è di immettere questa tecnologia nel mondo e vedere come va, dare il tempo di sviluppare regole, adattarsi, capirne i rischi”. “Il nervosismo che c'è verso di noi, ci dice che il futuro è nelle nostre mani. Credo che il mondo sappia che i benefici possono essere talmente grandi che vale la pena rischiare” , spiega ancora Altman. “E’ un bene che le persone abbiano paura. Possiamo imparare dalle lezioni del passato. La tecnologia può essere governata e si possono fissare soglie di sicurezza”. Comunque vada, Altman sarà protagonista.
(Francesca Lovatelli Caetani)
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