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Burberry: dal trench al tracollo

Una volta era simbolo di lusso british, ora sembra più British Tragedy. Burberry chiude l’anno fiscale come chiude i suoi negozi: in silenzio, in perdita e con le tasche bucate. Le vendite crollano, i margini si assottigliano e gli utili? Un miraggio nel deserto della moda post-pandemica.


E per correre ai ripari? Voilà: snip snip, tagliati 1.700 posti di lavoro. Un gesto elegante come un paio di ciabatte al Met Gala, ma ehi — almeno ora sanno risparmiare.


Burberry, quella dei trench iconici, si trova ora nel fango. Perché il mercato del lusso, ormai, è più instabile del feed di TikTok: un giorno vendi cappotti da 3.000€, il giorno dopo preghi che qualcuno compri una sciarpa.


E mentre i manager fanno tagli col bisturi (o forse con l’accetta), ci chiediamo: era proprio necessario restare aggrappati a un’estetica del 2010 in un mondo che corre alla velocità della Gen Z?


Il lusso cambia, il mondo cambia. E chi non cambia? Be’, finisce in svendita.

Burberry


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