Si parla troppo, spesso male o malissimo, di NFT. C'è chi li considera l'unico possibile business di presente e futuro e chi invece crede siano l'ennesima truffa digitale. La verità, come quasi sempre nel business e nella vita, sta nel mezzo. Qui su Invextra News iniziamo guardare i freddi numeri, ovvero alla quantità di denaro che il settore fa girare: a novembre 2022 il valore degli NFT è cresciuto del 13,2% rispetto al mese precedente e le vendite hanno superato i 530 milioni di dollari. Tutto questo è accaduto nonostante il crollo di un colosso del settore come FTX. E quindi sì, se anche brand tutti italiani piuttosto fisici e 'tradizionali' come Telepass ed il Calendario dei Carabinieri hanno deciso di lanciare i propri NFT, è chiaro che il settore non è solo pieno di pericoli: offre opportunità concrete. Parlare e poi e magari entrarci con un minimo di cognizione di causa sembra essere l'unica scelta possibile. E allora cominciamo: NFT sta per Non-fungible Token. Sono 'gettoni' unici, insostituibili. Si possono definire in tanti modi: sono una serie unica di dati legati ad una blockchain (ovvero una rete
informatica che gestisce in modo sicuro una serie di dati, senza che sia necessario un controllo centrale). E sono anche contenuti digitali (opere d’arte, accessori, abiti, accessori, musica, giochi, etc): tramite un NFT acquistiamo il nostro diritto sul contenuto, garantito tramite uno smart contract. Tutto questo c'è già, ma presto diventerà ancora più vero quando entreremo davvero in contatto con il Metaverso, un universo tutto nuovo che mescolerà fisico e digitale. L'Italia, che quando ad arte ed unicità da qualche millennio primeggia, finalmente sta giocando da protagonista in ambito NFT: l'Arma dei Carabinieri per il suo storico calendario in soli 10 pezzi, punta sull'animazione a quattro dimensioni e destina tutto l'incasso al reparto di Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Telepass collega invece i suoi primi mille NFT ad un programma di membership dei propri clienti. Le opere digitali possono anche essere rivenduti in marketplace come OpenSea o Rarible. ItaliaNFT sta portando avanti un progetto ancora più complesso e affascinante, in cui i capolavori dell’arte e tutte le eccellenze italiane diventano protagoniste su una piattaforma tecnologica tutta Made in Italy, che ne aumenta il valore e ne innova il modello stesso di fruizione. I non fungible token di ItaliaNFT non sono miniature digitali, ma opere a sé stanti. Il bello è che tutto questo è anche decisamente interessante dal punto di vista artistico, non solo commerciale. "Vogliamo diventare il primo 'one stop shop' per il creatore del digital content", ha spiegato Marco Capria, tra gli ideatori della piattaforma, ad Artemagazine. "Ci occupiamo degli aspetti legali, fiscali, produciamo una intensa campagna marketing e assistiamo l’artista sia prima sia durante il lancio". La vita degli artisti resterà sempre complicata, ma grazie a iniziative come questa investire nel loro talento sarà decisamente più semplice.
Comments