L’assegno previdenziale scatterà al compimento di 65 anni. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni. Dal 2012 si è passati al sistema contributivo. In arrivo anche il “Tfr”
A Camere sciolte e con la data delle elezioni ormai fissata al 25 settembre, per i parlamentari (che dovranno lavorare alla chiusura degli ultimi provvedimenti) è tempo di bilanci. Anche economici. Cosa prevede il trattamento economico del deputato e del senatore una volta finita l’esperienza da parlamentare?
Diritto alla pensione
Questo diritto, per i parlamentari che sono al primo mandato, si matura dopo 4 anni, 6 mesi e un giorno di legislatura. Si doveva arrivare al 24 settembre 2022, si dirà....Sì ma a quella data tutti gli attuali parlamentari saranno ancora in carica perché il nuovo Parlamento non si sarà ancora insediato. Quindi il diritto alla pensione è di fatto già stato maturato.
Come funziona la pensione del parlamentare
Dal 1° gennaio 2012 è stato introdotto il nuovo trattamento previdenziale dei parlamentari, basato sul sistema di calcolo contributivo già adottato per il personale dipendente della Pubblica Amministrazione. Il diritto al trattamento pensionistico si matura dopo aver compiuto 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni.
Assegno di fine mandato
Ciascun deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi). Ai senatori è trattenuto mensilmente il 6,7 per cento dell’indennità lorda.
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