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Gianni Agnelli era inimitabile, ma cosa possiamo imparare dalla sua vita sempre sotto i riflettori?




Sono passati vent’anni anni dalla sua scomparsa e sembra ieri. Parliamo di Gianni Agnelli, considerato ancora oggi uno degli uomini più eleganti del mondo. L’Avvocato -così veniva chiamato- era appassionato di sci e vela, ma anche di motori e bellezza a 360 gradi. La sua vita è stata come un film; partecipazione alla Seconda guerra mondiale, dolce vita in Costa Azzurra, presa del comando in azienda (certo, la Fiat), sfida al terrorismo con la decisione di non andarsene da Torino. Ma anche diverse zone d’ombra, e tanti dolori per le morti premature di suoi familiari. Tutto questo, ma anche molto di più, è narrato in “ Gianni Agnelli, in arte l’Avvocato ”, bel documentario disponibile su RaiPlay. Agnelli è stato Senatore a vita nel 1991, e in ambito sportivo presidente e poi presidente onorario della Juventus. Tutti ruoli trasmessi ai suoi eredi, dagli Elkann agli ultimi Agnelli, che oggi guidano il colosso finanziario Exor / Stellantis , e le altre attività. Erre moscia, orologio sopra il polsino della camicia, l’Avvocato ha anche dettato lo stile. Nel 1953 sposa Marella Caracciolo nella cattedrale di Strasburgo, dove il padre di lei aveva un incarico al Consiglio d’Europa. Fino a quel momento Agnelli era sembrato più interessato alla vita mondana che alle aziende di famiglia: feste esclusive, vacanze in giro per il mondo, weekend in barca con i personaggi più in vista nel jet set internazionale. A metà degli anni Cinquanta, però inizia la scalata che lo porterà ai vertici della Fiat. Durante sua era sono nate automobili italiane simbolo dì un’era: la Lancia e l'Alfa Romeo, la 500, l'850 e la 124 e, più avanti la Ritmo, la Panda e la Uno. E anche il potere: l’Avvocato si intrattiene spesso con Presidenti della Repubblica, e del Consiglio, ministri e uomini dell'alta finanza, trattando da pari a pari. Incallito tabagista, adorava le Camel e le Chesterfield, le camicie di taglio americano, gli abiti su misura e la velocità. Una corsa in auto gli procura un incidente, nel 1952, che gli compromette una gamba. Amava tantissimo anche le donne l’Avvocato, come Anita Ekberg, Dalila Di Lazzaro, Jacqueline Kennedy e Pamela Digby, già nuora di Winston Chruchill Con la sua morte, finisce un’epoca, che aveva portato l’Italia ad essere la sesta potenza economica del mondo. Un’epoca di cui Agnelli è stato, con innato senso dello spettacolo, il maggiore protagonista. «La creatività è il piacere più grande. È il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri», amava dire.


(Francesca Lovatelli Caetani)

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