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Cosa imparare dal successo di Sinner?


Australian Open, 24 gennaio '24. Yannick Sinner sta perdendo il secondo set. Lo sta perdendo male. "Non ho visto palla per tutta la prima parte della partita, lavorerò per capire perché è successo", dirà dopo. Non ha lo sguardo perso, ma non sembra capire come arginare il tennis perfetto del russo Daniil Medvedev. Il primo set se n'è andato, 6 - 3 per Medvedev. Sembra non esserci niente da fare, se non aspettare che il russo si stanchi. Sembra respirare più affannosamente dell'altoatesino. Sinner non vede ancora palla, ma non si dispera. E’ occupato a capire come aggirare la valanga, perché tanto fermarla è possibile. E proprio in quel momento, fa una cosa che sarebbe vietata: si avvicina al box che ospita il suo team per parlare un attimo solo con il suo allenatore. Solo in Coppa Davis il capitano non giocatore / allenatore parla. Darren Cahill, come sa fare chi comanda, tace. Simone Vagnozzi, che lavora con Sinner dal 2022, dice pochissime parole. Qualcosa come: "Vai avanti in zona due e tira lungo. Più lungo, ok?". Tutto qui. Senza urlare, ma deciso. Sinner rimette a posto l'asciugamano, annuisce e rientra in campo. Ha avuto la conferma che voleva. Perde il set, perché era logico farlo. Poi vince la partita, senza lasciare scampo al suo avversario, che ovviamente fa di tutto: va in bagno, si cambia più volte, si attacca a ogni punto con disperazione. Ma non c'è scampo: Sinner vince al quinto set, giocando un tennis perfetto, con l'aiuto del suo team del pubblico. Non si può che innamorarsi di un ragazzo che sembra perfetto per vincere. Perché sembra allenarsi volentieri.


Lavorare o sognare?

XNews è un giornale dedicato al lavoro. Anzi, in ogni numero proviamo a dare qualche idea su come lavorare divertendosi e come vivere al meglio momenti di svago e relax... come potevamo evitare di raccontarvi il successo di Yannick Sinner, giovane campione di impegno dal sorriso irresistibile, uno che al supermercato senz’altro aiuta ogni anziano a prendere il cartone del latte quand’è troppo alto? Perché niente sembra essere troppo in alto per lui, in questo momento.



Sinner ama lavorare, davvero

Sinner ama lavorare, in palestra e in allenamento, Sinner. Usa proprio questo verbo: lavorare, non allenarsi. In inglese work out. Ecco perché nella sua vita lavoro, sogno e passione si confondono. Perché se anche non fosse diventato un campione di tennis, avrebbe fatto un lavoro normale, magari il maestro di sci tra le sue montagna... ma poi, per divertirsi, ogni weekend avrebbe fatto qualche gara con gli amici. Invece di andare a perder tempo a celebrarsi a Sanremo, a 22 anni ( “farò il tifo da casa, sarà già a lavorare, che è quello che mi piace fare” ), è torna subito a Montecarlo, ad allenarsi, dopo le foto di rito con fan e politici, tutti ovviamente ben schierati in momenti come questi. La conferenza stampa di questo giovane maestro è un fiume di consigli e di maturità. Sembra impossibile sentir parlare, con tanta serenità, un ragazzo. Ma non è uno qualsiasi: è un professionista che guadagna milioni di euro e paga con i suoi soldi i già citati allenatori. E’ bello ascoltare tutto, magari senza accanirsi contro ottimi tennisti come Berrettini, che troppi criticano aspramente per la sua bella fidanzata Melissa Satta, incuranti dei suoi infortuni (11 in 3 anni). La macchina mente / corpo di Sinner in questo momento è semplicemente perfetta, non per tutti è così.





Il Sinner pensiero, in pillole

Il lavoro: “Il mio lavoro è gestire le vittorie, le sconfitte e le persone che ho intorno. Sono un ragazzo normale, ho 22 anni, mi piace giocare al computer, a volte mangio qualcosa in camera da solo”. Sul perché non è tornato al suo paese, in Val Pusteria, a festeggiare: “Non sono tornato a Sesto perché c’è stato un terribile incidente stradale, che ha coinvolto due bambini e la loro mamma. Non mi sembrava giusto farlo”. Su Montecarlo e la sua residenza all’estero:Mi sono trasferito a Monaco già a 18 anni, perché ci sono tanti giocatori e strutture in cui allenarsi. Ecco perché ci vivo”. Pressione e dintorni : “E’ un privilegio avere pressione, vuol dire che le cose vanno bene. Il mio sogno era vincere uno slam e adesso so come ci si sente. In questo momento sono il numero 4, per arrivare al numero 1 c’è tanto da fare. E poi, la vera pressione la sente chi ha difficoltà a portare il pane in tavola per i propri figli. Non certo io”. Genitori : “Auguro a tutti di avere dei genitori come i miei. Mi hanno sempre permesso di scegliere, non mi hanno mai messo sotto pressione anche quando praticavo altri sport. Auguro a tutti i bambini di avere la libertà che ho avuto io”. Migliorarsi : “Posso servire meglio, lavorerò su questo”.


(Lorenzo Tiezzi)

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