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Giuseppe Crippa, 89 anni a giugno, con la sua Technoprobe collabora con Apple e Samsung



Su XNews / InveXtra Magazine non raccontiamo soltanto gli imprenditori più celebri, quelli in cima a questa o quella classifica. Sarebbe banale e c’è già chi lo fa, tra l’altro molto bene. Secondo noi, si può imparare molto di più da persone come Giuseppe Crippa, titolare di Technoprobe, azienda di semiconduttori di Merate. E’ miliardario ed è considerato uno dei nuovi Paperoni già dal 2022. La sua azienda viene anche definita «un angolo di Silicon Valley alle porte di Milano» . Tra i suoi clienti, ci sono Apple e Samsung, e la sua azienda può vantare 2300 dipendenti nel mondo e tre centri di ricerca e sviluppo, con ricavi di più di 428 milioni, una crescita del 57,4%. 89 anni a giugno, Crippa ha logicamente lasciato ai suoi tre figli la guida di Technoprobe, che oggi è arrivata a 3,7 miliardi di dollari di fatturato. E’ specializzata nella progettazione e realizzazione di interfacce elettro-meccaniche chiamate Probe Card. Ciò che però ha reso grande questa eccellenza del territorio lombardo è proprio la passione di Giuseppe Crippa, che deve la sua fortuna al suo spirito imprenditoriale ed alla tendenza ad innovare, sempre. Ma come avrà fatto a diventare uno tra gli uomini più ricchi del mondo? La sua storia è insolita A 60 anni, dopo 35 anni, accetta la proposta di liquidazione ricevuta dall’azienda STMicroelectronics. Avrebbe potuto mollare... e invece decide di dare vita a Technoprobe, la sua società, con sede a Cernusco Lombardone. L’attività? E’ il testing dei microchip, il cuore di tecnologie che usiamo ogni giorno come telefonini e pc. Madre maestra, padre impiegato, ultimo di tre figli, aveva uno zio che faceva il falegname che lo coinvolgeva nella creazione di mobili. Ha vissuto l’esperienza della guerra e dei bombardamenti e poi ha cercato lavoro nella società ingegneristica Breda, prima di mettersi in proprio. Anche se oggi la sua società è gestita dai figli, va spesso in azienda e continua a elaborare progetti per il miglioramento della qualità diminuendo i costi di produzione. E resta attento al sociale, con l’orto creato con la cooperativa Paso, ma non solo, perché ha finanziato l’erogazione di 300.000 euro per l’acquisto di una colonna endoscopica con modulo AI e un ecografo al Mandic di ultima generazione per l’Azienda Socio Sanitaria lecchese con la Fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa. La società della famiglia è sicuramente destinata ad espandersi, perché il settore si è rivelato redditizio ed in costante crescita. Il segreto del suo successo, riassumendo, è avere attorno a sé le persone giuste... e non mollare mai.


(Francesca Lovatelli Caetani)

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