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Maneskin & Co: il music business fattura!


I Måneskin, ritratti in questo speciale, il 20 e 21 luglio 2023 suoneranno a Milano. Solo nel 2023 hanno venduto oltre 500.000 biglietti.There's no business like show business, dicono gli americani, ovvero coloro che lo spettacolo se lo sono inventato. Ed è vero: la musica pop rock, quella che gira intorno, mescola in ogni istante l'eternità dell'arte ed il 'vile' denaro. Anni fa i discografici tra loro dicevano che facendo debuttare 10 nuovi artisti di talento ogni anno, solo uno di loro ha poi davvero successo e porta fatturato.

Oggi, tra streaming, TikTok e videogame che si stanno mangiando tutto l'intrattenimento (il mercato del gaming è più grande di quello di musica e cinema messi insieme), forse un disco su 1.000 fa il suo lavoro. O forse ancora meno, visto che ogni giorno su Spotify appassionati e professionisti pubblicano qualcosa come 100.000 canzoni. Avete letto bene: 100.000. Con così tanta musica pubblicata è logico che l'80% degli artisti (e presunti tali) abbiano meno di 50 ascoltatori al mese. Detto tutto questo, il music business è una cosa seria e sta pure andando molto bene. Fenomeni come gli italianissimi Måneskin (li vedete in queste pagine) tra canzoni, sponsor e concerti di utili ne generano un bel po’, anche grazie ai loro concerti, sempre o quasi sold out. "E' vero, negli anni il music business cambia sempre, ma il mio lavoro è più o meno sempre lo stesso. Continuo a divertirmi con la musica e con gli artisti. Se non mi diverto non funziona", racconta sorridendo Pierangelo Mauri, storico editore musicale, un professionista che con la sua DiPiù gestisce un catalogo variegato che mette insieme alcune canzoni di Rihanna e le hit di Gigi D'Agostino. Franco Battiato, prima di creare "La Voce del Padrone", il primo disco italiano a vendere un milione di copie, abitava vicino alla sua futura moglie. "Ci ho poi lavorato quando ero alla EMI, stando sempre dietro le quinte. Lui e Giusto Pio erano persone molto stimolanti", spiega con troppa modestia. Quello dell'editore è un lavoro complicato. "Molti, non solo gli artisti, non lo capiscono, ma non ci limitiamo certo a raccogliere gli incassi da SIAE e dalle sue consociate sparse per il mondo. E poi, l'editore guadagna solo il repertorio del suo artista funziona. Sennò ha solo spese", spiega Mauri. "Non è un mestiere facile, ma quando una canzone ha davvero successo l'editore incassa fino dopo a 70 anni dopo la morte dell'ultimo dei suoi autori. Non è male". Se il presente è così complicato, ma volte davvero redditizio, come sarà il futuro del business musicale? Se artisti come Bruce Springsteen possono limitarsi a vendere il proprio catalogo per incassare 500 milioni di dollari, discografici e manager devono aguzzare l’ingegno. Una delle strade potrebbe essere pensare in piccolo, visto che far nascere star mondiali come BTS o Beyonce sembra essere sempre più difficile.


Se il presente è così complicato, come sarà il futuro della musica?

Se artisti come Bruce Springsteen possono limitarsi a vendere il proprio catalogo per incassare 500 milioni di dollari, discografici e manager devono aguzzare l’ingegno. Una delle strade potrebbe essere pensare in piccolo, visto che far nascere star mondiali come BTS o Beyonce sembra essere sempre più difficile. Le nicchie musicai possono, invece, regalano soddisfazioni. Su quella della house music ha puntato tutto Defected, colosso inglese nato 1999, un universo sonoro in costante evoluzione, anche commerciale. I dj oggi comprano le tracce Defected in formato digitale. Solo dopo qualche mese, hanno a disposizione gli stessi titoli su vinile, per i loro giradischi. Sembra un dettaglio ma non lo è. E’ infatti il successo arriva: Defected nel 2022 è stata la label più acquistata ed ascoltata su Beatport, lo store musicale più importante per l’elettronica. Non è tutto: Defected incassa parecchio organizzando party di grande successo, a Ibiza e non solo. E si è assicurata un futuro di successo… partendo dalle hit del passato. Ha infatti acquisito i diritti di brani leggendari come “Lola’s Theme” di The Shapeshifters o “Groovejet” di Spiller e l'intero catalogo di etichette di culto come Slip N Slide e Nu Groove. Se anche quindi l’era delle rockstar dovesse volgere al termine, la musica continuerà ad essere un business molto redditizio. Ancora più difficile e strano, certo. Ma come si dice nei film, certi mestieri qualcuno deve pur farli.


Box, che mania!


Da Vasco ai Måneskin passando per rapper come Guè Pequeno ed artisti internazionali Taylor Swift e BTS, i cofanetti musicali funzionano. E fanno incassare non poco alle star. Piacciono ai veri fan, soprattutto oggi che la musica è soprattutto immateriale. “Rush!”, l’album dei Måneskin, è uscito anche in un box che include photobook, vinile da 7”, lp, cd, cassette e l’immancabile poster. Costa un bel po’, ben 187 euro. Anche il Komandante Vasco, per festeggiare i 40 anni del suo storico “Vado Al Massimo”, uscito nell'1982, ha pubblicato un box set a tiratura limitata con dentro cd, due vinili (lp e 7”) e cartolina con QR code che rimanda a un remix di "Splendida Giornata". Il pezzo forte è però il libro scritto in modo originale e coinvolgente da Marco Mangiarotti, una vera chicca.

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